Zenga


Con Zenga (禅画 calligrafia zen) s'identifica lo stile di calligrafia e pittura giapponese tipico di autori che sono dediti allo stile libero influenzato dalla filosofia zen, questo stile prese piede solo nel 1600, successivamente all'introduzione del buddhismo zen in Giappone già avvenuto nel XII sec.; lo stile è caratterizzato dal fatto che pittura e calligrafia propriamente detta sono molto spesso fusi, quasi a creare un'unica immagine che va ad esprimere, con apparente semplicità ed astrazione, lo specifico atto meditativo attuato in quel momento.

Questo stile viene identificato anche come Hitsuzendo (筆禅道), ossia la Via della Calligrafia Zen, benché quest'ultimo sia riferibile ad una scuola specifica di calligrafia zen sviluppatasi agli inizi del '900; questa scuola è caratterizzata dalla pratica in piedi, usando un pennello di grandi dimensioni e il pavimento come supporto, in questo modo l'intero corpo viene utilizzato per guidare il pennello, al contrario di una scrittura "più statica" da seduti su tavolo.

Si può sostenere che lo Zenga derivi dal più tradizionale Bokuseki (墨蹟 tracce d'inchiostro), cioè calligrafia e pittura ad inchiostro tipiche dei monaci zen realizzate durante l'estasi dello stato meditativo, o forse si potrebbe dire che il Bokuseki rappresenti l'apice dello Zenga.

Il Bokuseki venne inizialmente influenzato dal karayou (stile Tang), ossia la tendenza degli autori giapponesi di seguire la rinomata tradizione cinese. La tendenza contraria di mantenere un'influenza estetica puramente giapponese si dice wayou.

Lo Zenga si colloca come ulteriore forma di distacco dalle rigide regole tecniche tramandate dalle suddette tradizioni. Molti monaci zen, infatti, non sono calligrafi professionisti, eppure le loro opere sono ritenute di altissimo valore estetico e filosofico. Le loro creazioni sono pensate per essere eteree e indefinibili come le preghiere, quindi essi tendono spesso a non seguire le tipiche regole calligrafiche, esprimendosi liberamente.

Lo Zenga va oltre la mera tecnica artistica, evolvendo in un'evocazione di esperienze spirituali intime. Il calligrafo entra in uno stato di mushin (無心 cuore vuoto) cioè libera la mente dai pensieri ostruttivi, la calligrafia diventa così kuu, il vuoto stesso (空).

​Lo Zenga prevede una pratica costante e soprattutto esperienziale, in quanto essendo, appunto, una tecnica lontana dalle rigide regole dello Shodo classico, dev'essere ispirata dai propri sensi, dalle proprie emozioni che culminando nello stato d'estasi si annullano per lasciar spazio all'essenziale, al paradossale vuoto ricco di bellezza e significato.

Una pratica riconducibile allo Zenga, e spesso considerata quasi uno stile a sè, è lo Shakyou ossia la scrittura di sutra buddhisti e testi sacri, la cui costante e continua riproduzione conduce all'introspezione e allo stato meditativo.


Sutra del Cuore trascritto da Angelo ispirato a quello del maestro Zhao Mengfu [1254–1322]